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sabato, Luglio 27, 2024

Inquinamento acustico: dieci mila morti in Europa

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Oggi richiameremo la vostra attenzione su un nemico poco conosciuto che però attenta alla nostra serenità quotidiana e al nostro equilibrio psichico con gravi rischi per la nostra salute.  inquinamento acustico pericolo 
Stiamo parlando, infatti, di inquinamento acustico, fenomeno che tra le tante minacce ambientali, non è certamente da sottovalutare: anzi, per il suo elevato impatto sulla popolazione, è da considerare tra le più gravi e subdole forme di inquinamento.

L’Agenzia europea dell’Ambiente: i rumori eccessivi causano annualmente 43mila ricoveri in ospedale

Nelle grandi città non ci rendiamo spesso conto di quanto possano essere dannosi i rumori della vita quotidiana. Eppure, come aveva rilevato l’Agenzia europea dell’Ambiente nel suo ultimo studio in merito, ben 43mila ricoveri ogni anno sono direttamente causati dall’inquinamento acustico, con 10mila morti premature imputabili al problema.

Senza che ce ne accorgiamo, doversi continuamente difendere dai rumori affatica la nostra psiche e il nostro fisico e ci rende stanchi, nervosi, inquieti.
Un suono non desiderato che il soggetto percepisce come sgradevole e fastidioso diventa un rumore. inquinamento acustico pericolo 

Principali fonti di rumore inquinamento acustico pericolo 

L’inquinamento acustico è causato da una eccessiva esposizione a rumori di elevata intensità che possono provenire dall’ambiente esterno come pure dall’interno delle mura domestiche. Principali fonti di rumori sono:

1. Attività domestiche

Televisore, radio, stereo, lavatrice, trapano, tagliaerba, se usati in maniera scorretta possono essere così intensi da turbare il quieto vivere delle nostra abitazioni; ma questi disturbi possono essere contenuti facendo uso del buon senso e della buona educazione.

2. Sistemi di trasporto

Autoveicoli, treni, aerei. Il traffico veicolare crea certamente grande disagio nella popolazione che ne rimane giornalmente coinvolta: clacson, rombo di motori, stridio di pneumatici sull’asfalto, tram sulle rotaie sono tutti rumori che ci accompagnano nella quotidianità. Il traffico ferroviario e quello aeroportuale in continuo aumento è fonte importante di inquinamento acustico.

3. Attività lavorative industriali e artigianali

4. Sonorizzazione di spazi pubblici condivisi

Bar, ristoranti, centri commerciali, stabilimenti balneari, etc. ci costringono spesso all’ascolto forzato di musiche di sottofondo che, anche se di bassa intensità, possono determinare fenomeni di disturbo.

Effetti dannosi da inquinamento acustico

Anche se poco attenzionati, sono abbastanza diffusi: difficoltà per addormentarsi, incubi e situazioni di ansia, risvegli improvvisi, alterazione della qualità del sonno, sonnolenza diurna. Pare che l’incidenza non solo degli effetti sul sonno, ma anche di altri disturbi quali ictus, ipertensione, disturbi cardiovascolari, sia maggiore nelle città particolarmente rumorose e con traffico intenso. Volumi di intensità molto elevata alterano il benessere mentale di ciascuno di noi con effetti negativi che possono tradursi in danni fisici: uditivi ed extrauditivi.

Effetti uditivi

Interessano l’apparato uditivo; rumori molto forti, come un’esplosione, o di lunga durata (parecchie ore per più giorni) possono causare ipoacusia, cioè ridotta capacità di percepire suoni, spesso accompagnata da ronzii e vertigini. inquinamento acustico pericolo 

Effetti extrauditivi

Riguardano il resto del corpo; in generale un rumore fastidioso e prolungato nel tempo spesso determina uno stato di stress e quindi variazioni della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e respiratoria e anche della secrezione endocrina di importanti ghiandole, quale ipofisi, tiroide e surrenali. Da non sottovalutare i disturbi della concentrazione per chi studia e per chi svolge un lavoro intellettuale.

Il rumore può generare il cosiddetto “fastidio generico” consistente in un disagio di fondo che impedisce di svolgere serenamente le normali attività quotidiane. inquinamento acustico pericolo 

Rumori ed animali

L’inquinamento acustico non rappresenta una minaccia solo per l’uomo ma anche per numerose specie selvatiche che vivono in ecosistemi terrestri e marini; esso rappresenta una componente significativa dell’inquinamento ambientale corresponsabile della perdita di biodiversità animale nel mondo. Il rumore può avere effetti nocivi sugli animali perché ne altera la capacità di rilevare la presenza di predatori e di prede ed interferisce nell’uso dei suoni per la comunicazione in relazione alla riproduzione ed anche all’orientamento, aumentando il rischio di mortalità. Il rumore fa male alla fauna molto più di quanto si possa pensare. Motori, fabbriche, congestione urbana creano confusione interferendo con il modo in cui gli animali comunicano, si accoppiano e cacciano.

Le faune di Parchi naturali ed Aree protette risentono dell’inquinamento acustico: infatti, proprio perché luoghi di quiete, i rumori dalle strade vengono sentiti in maniera intensa, per non parlare poi dei forti suoni degli aerei che vi transitano sopra.
Il fracasso in generale contribuisce ad essere una minaccia per il mantenimento della biodiversità. Infatti, il rumore prodotto dall’uomo ha ridotto la presenza di specie presenti nei parchi urbani. Sembra che i tordi che vivono nelle città con elevati livelli di inquinamento acustico siano più propensi a cantare di notte, probabilmente per avere modo di dialogare nelle ore notturne perché meno rumorose.
Tra le specie che sembrano maggiormente risentire dell’inquinamento acustico ci sono in particolare gli animali che funzionano da prede; queste, distratte proprio da certi rumori, vengono disorientate cadendo quindi più facilmente vittime dei predatori. inquinamento acustico pericolo 

In acqua

Anche in acqua i rumori di origine umana possono influenzare il comportamento degli animali sempre relativamente alla ricerca del cibo, al corteggiamento e quindi alla riproduzione. Fonti di produzione di rumori molesti sono soprattutto le grandi imbarcazioni con i loro motori ed i sonar.
Il suono anche di singole imbarcazioni si propaga anche a centinaia di chilometri di distanza, perché i suoni nell’acqua si propagano meglio che nell’aria. Più volte le cronache hanno riportato notizie della morte di balene e delfini spiaggiati a seguito dell’esposizione al forte suono di un sonar, come ad esempio quelli utilizzati in campo militare.
E’ ormai accertato che negli oceani l’inquinamento acustico ha un notevole impatto sul comportamento di delfini e balene la cui intensa vita di relazione è basata su comunicazioni sonore. Ma è accertato che i grossi mammiferi marini non sono gli unici a essere vittime dell’inquinamento acustico, anche calamari, seppie e polpi sembrano risentirne: in particolare le trivellazioni per l’estrazione del petrolio danneggiano i loro organi sensoriali deputati all’equilibrio e alla percezione dei suoni.inquinamento acustico pericolo

Attività antropiche inquinamento acustico pericolo

E’ certo comunque che l’impatto delle attività antropiche sull’ambiente e le sue conseguenze sugli animali sono ancora da scoprire e da quantificare. Ma non solo gli animali selvatici, anche i nostri amici a 4 zampe, cani e gatti, che condividono le nostre abitazioni, sono irritati e impauriti dai rumori del traffico urbano che anche per loro rappresenta un fattore di stress; gli scoppi di fuochi d’artificio e di tuoni li terrorizza a tal punto che scappano alla ricerca di un rifugio per nascondersi. Va ricordato che, rispetto all’uomo, i cani riescono a percepire i suoni a distanze 4 volte superiori e captano gli ultrasuoni, mentre i gatti hanno una capacità uditiva 4,5 volte superiore. Anche le piante risentono indirettamente dell’inquinamento acustico a seguito dei disturbi provocati negli animali impollinatori. inquinamento acustico pericolo 

In Italia

Le città italiane sono le più rumorose d’Europa Studi recenti condotti in 20 centri urbani in occasione della European Mobility Week hanno evidenziato che gli italiani sono i più sottoposti ai rumori. Sotto accusa ci sono motori di auto, mezzi pubblici, scooter, sirene e l’uso selvaggio del clacson.
In generale, in Italia siamo esposti a un frastuono che raggiunge gli 82,2 decibel (49,4% contro una media del 42,9% di altri paesi europei e addirittura del 33,7% dei Paesi Bassi).
La città più rumorosa è risultata Palermo con un picco che nelle ore di punta raggiunge anche i 92,6 decibel. A Palermo, seguono Firenze con 88,6 dB e Torino (86,8), quindi Milano (86,4), Roma (86), Bologna (85) e Napoli (84,7).  inquinamento acustico pericolo 
Le strade relativamente più silenziose si trovano invece a Catanzaro (75 dB), Bari (75,2) e Potenza (75,6). Da ricordare che l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che individua il limite di 90 decibel come soglia critica per evitare danni all’ udito, raccomanda il rispetto delle soglie di esposizione fissate a 65 decibel durante il giorno e a 55 decibel nel corso della notte.

Normativa di riferimento inquinamento acustico pericolo

La quiete è un diritto di ciascun cittadino e come tale la salvaguardia nei confronti dell’inquinamento acustico è regolata da norme nazionali, europee e regionali. A livello nazionale abbiamo la legge quadro n. 447 del 1995 sull’inquinamento acustico e successive integrazioni. Essa impone il monitoraggio dell’inquinamento acustico da parte di professionisti qualificati, da svolgersi secondo metodologie standardizzate a livello UE. Misurazioni e provvedimenti sono per buona parte competenza di regioni, province e comuni. Ai comuni è demandata la zonizzazione, ossia la divisione territoriale in aree a diversa rumorosità; dalle zone I, le più protette – limiti decibel: 50 diurni e 40 notturni – alle VI, le zone esclusivamente industriali – limiti diurni e notturni: 70 Db.

Gli interventi di tutela, nei casi in cui se ne accerta la necessità, prevedono la realizzazione di barriere e pavimentazioni fonoisolanti imposte per legge, come già realizzato lungo alcuni tratti autostradali a carico dei soggetti gestori. In caso di emissioni sonore superiori ai limiti previsti, si applicano sanzioni a carico di imprese e privati.

Conclusioni

E voi vi proteggete dall’inquinamento acustico? Cosa ne pensate? Avete qualche consiglio da dare? Aspettiamo i vostri commenti giù in basso e alla prossima!

 

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